domenica 23 dicembre 2012

STUPIDIARIO

Il bar è gremito di gente e la Vecchia ha dispoticamente deciso che: la Rossa sta alla macchina del caffè, io le faccio da spalla (prendo gli ordini / apparecchio caffè e cappuccini / servizio al tavolo) e alla Bionda tocca il bancone delle brioches. 
Entra il Fico.
Gli servo il solito caffè macchiato.
"Stai sbavando sul bancone", mi dice la Rossa.
"Gnegne", rispondo.
La Bionda mi passa accanto reggendo in precario equilibrio due vassoi stracolmi di cornetti vari. Borbotta tra sé e sé, probabilmente sull'orlo di una crisi di nervi perché la sua postazione è la più vicina al trono dove la Vecchia parcheggia abitualmente le sontuose chiappe: la cassa. Peggio per lei.
"Mi darebbe un po' di latte freddo? E' troppo caldo", e indica il cappuccino.
Le passo una caraffina di latte freddo.
Due minuti dopo la cliente chiede un altro cappuccino. Noto che ha lasciato oltre metà del precedente. Nota che lo noto.
"E' troppo freddo", dice.
Genio.
La Bionda mi passa accanto con altri due vassoi straripanti. Ha smesso di borbottare. Brutto segno.
Entra il sosia di Richie Blackmore.
Vorrei baciarlo.
Sweet home Chicago alla radio.
"Potrei avere un orgasmo", dico alla Rossa.
"Per favore, vai in magazzino", risponde.
Insensibile.
La Bionda mi passa accanto con altro due vassoi, e...
"Scusi?"
La Bionda si blocca di colpo.
"Sì?"
"Vado in bagno".
Il cliente si dirige verso il bagno.
Per un momento restiamo tutte in silenzio.
"Ma vai un po' dove cazzo te pare", risponde d'un tratto la Bionda, e riparte senza preavviso.
"Giusta osservazione", dico all'aria.
"La stazione?", chiede la Rossa.
Insensibile e pure sorda. Mi asciugo le mani sulla sua parannanza.
"Allora... ", dice il cliente. "Vorrei due latti macchiati di cui uno col decaffeinato, un latte tiepido con cacao, un cappuccio scuro, tre caffè e cinque cornetti al cioccolato".
"E una fetta di culo no?", chiedo quando si è allontanato.
"VANESSAAAH! NIENTE PAROLACCEEEH!", strepita la Vecchia in faccia a un cliente. Il cliente si ripettina. Non tornerà mai più.
Per un momento non entra più nessuno, così decido di esiliarmi in magazzino per trangugiare la colazione. 
Trangugio.
Rubo un succo all'albicocca. 
Mi ricordo che sto lavorando e raggiungo la Rossa. 
Un miliardo di persone è stipato davanti al bancone in attesa del proprio turno.
"Il signore c'ha un caffè!", mi urla la Rossa mentre prepara un vassoio di aperitivi. 
Nel senso: fagli il caffè. 
"Beato lui", rispondo, e mi metto all'opera.
"Signorina?"
"Dica".
"Ci porta qualcosa?"
...
"Qualcosa tipo cosa?"
"Un aperitivo".
"Alcolico o analcolico?"
"Ah guardi, faccia lei, ci fidiamo".
Io sono per il Campari. Ghiaccio e arancia. Patatine. Glielo porto.
"Cos'è?"
"Campari".
"Oddio, non mi piace il Campari... "
Idiota di merda.
Riporto indietro la mia opera e preparo due Crodino.
"Cin", dico alla Rossa.
"Se la Vecchia ti vede ti scotenna".
"Ce n'è uno anche per te".
Brindiamo di nascosto, alla faccia di tutti.
Cin.


HOME

"E' da un po' che non ti si vede a casa", dice papà.
Trangugio il mio piatto di tagliatelle come se non mangiassi da mesi. In un certo senso è così: vado avanti a panini e tranci di pizza, la pasta la sogno la notte.
"Già... ", biascico.
"E che hai combinato ultimamente?"
Faccio mente locale:
Ho scopato con Tyler.
Ho scopato con Matthew.
Ho scopato con James.
Ho scopato con Scott.
Forse è il caso di mentire.
"Sai com'è, sono stata molto con la Rossa".
Non credo che se la sia bevuta.


TYLER

"Cosa fai durante la settimana?"
Domanda lecita, visto che ci vediamo solo il sabato notte.
"In prevalenza, lavoro".
"Detta così è deprimente".
Touché.
"Esco con la Rossa".
Dovrò informarla di tutto il tempo che passiamo insieme a sua insaputa, prima o poi.
"E con qualche decina di ragazzi, immagino".
"Ma che dici, Red è fidanzata".
"Bene".
Bene.


MATTHEW.

"Abbiamo venti minuti", dice appena entro in casa sua.
"Tu hai venti minuti", rispondo.
Sveltina pre-natalizia. Mi spoglio in due secondi e mi sistemo a pecorina sul suo divano, pronta ad accoglierlo.
"Hai veramente un bel culo", dice.
Grazie.


JAMES

"Domani torno a casa, dai miei".
Quindi: ultima scopata dell'anno. Gli lecco il cazzo con particolare lentezza, voglio che impazzisca.
Impazzisce.


RED

Facciamo shopping.
"Quindi non ti è piaciuto?"
"Troppo timido. Mi annoia".
Parliamo di Scott.
No future for you.
"E ieri?"
"Cosa?"
"Sei stata con Tyler?"
"Mi ha offerto una birra".
...
Mi guarda strano.
La guardo perplessa.
"Che?", chiedo.
"E dopo?"
"Dopo a casa".
"Sua".
"Lui sì, io no".
"Sa tanto di appuntamento".
Wow.
Un appuntamento.
"Qualche mattina fa abbiamo persino fatto colazione insieme, al bar".
Non al Crash, ovviamente: là gira il 90% dei miei trombamici.
"Quando ti fidanzi dimmelo in anticipo, che organizzo una festa".
Esagerata.
"Sarei una pessima fidanzata".
...
"Già", concorda.
Già.

Buon Natale.










venerdì 7 dicembre 2012

STUPIDIARIO

"Disegnerò un cuore con la schiuma sul tuo caffè macchiato", dico.
Lo dico più o meno tutte le volte. 
Il cliente, che è un cliente abituale, sorride e risponde: "Seh".
'Fanculo.
Preparo il caffè. Verso la schiuma. Viene fuori un'immagine informe. 
"E vualà", dico.
Il cliente osserva attentamente la mia opera. Mi guarda.
"Questo al massimo è un fegato", sentenzia.
Mi rifugio dietro al bancone con la morte nel cuore.
"Mi scusi, mi darebbe questo cornetto alla crema?", chiede una vecchietta indicando un cornetto vuoto.
Mi avvicino al vassoio dei cornetti alla crema e faccio per afferrarne uno, quando.
"No no, intendo questi qua", e indica un gruppo di cornetti vuoti.
"Quelli sono vuoti, signora".
"E non puoi riempirne uno?"
"Di crema?"
"Sì... "
...
...
"Ho almeno dieci cornetti alla crema, signora. Sono questi qua".
"Ma hanno lo zucchero a velo sopra".
"Non tutte le ciambelle escono con il buco".
"Non mi piace lo zucchero a velo".
A me non piace il tuo cappello, ma non è che te lo vengo a dire.
Calma, Vanessa.
"Che ne dice di un cornetto alla marmellata?"
"Non vado matta per la marmellata".
"Una veneziana, allora".
"Veramente vorrei un cornetto alla crema, ma siccome c'è lo zucchero a velo credo che prenderò solo un cappuccino".
Ringrazia il cielo che non posso permettermi una pistola.
"Vane? Il mobile vibra!", urla la mia collega dall'altra parte del bar.
Il mobile vibra, ovvero: il tuo cellulare nascosto nel cassetto dentro il mobile è vivo e sta suonando.
Vado.
Ho sette sms da leggere. Porca miseria: cosa succede?
Sms di Tyler: "Stasera?"
Conciso e diretto.
Rifletto: no, stasera niente Tyler.
"Secondo te l'herpes è una scusa accettabile per dare buca?", chiedo a Made, la mia collega.
"Ma tu non hai l'herpes".
"Infatti è una scusa".
"Sa tanto di scusa".
"Quindi no. Potrei dirgli che la Vecchia mi è inciampata addosso e devo ancora riprendermi dallo shock".
"Poco plausibile: non saresti sopravvissuta".
"Ho l'influenza".
"Non l'hai già avuta sabato?"
Merda. 
"Allora ceno da te".
"Basta che non ci provi con mio marito davanti ai bambini".
"Non ti preoccupare, è troppo pelato per i miei gusti".
Scarico Tyler.
Sms di Anthony: "Che fine hai fatto? Mi manca guardare film con te. Baci".
Io e Anthony non abbiamo mai visto un film insieme da quando ci conosciamo, ma stasera non ho voglia nemmeno di lui. Gli rifilo la scusa della cena. 
Sms di mamma: "Numero del mio dermatologo: 347*****54".
Ti odio, ma salvo il numero.
Sms di Matt: "All'80% stasera sono tuo. Ti faccio sapere entro le otto". 
Sguardo all'orologio: sono le otto e tre quarti. Solito Matt.
Però di lui ho voglia, così rispondo: "Ok".
Concisa e diretta.
"VANESSAAA!!!"
Il bar trema. 
"Sì?", rispondo mentre blocco il tintinnio dei bicchieri.
"COSA FAAAI? USI IL CELLULAREEE???"
"Certo che no, Signora. Sto spolverando i bicchieri!"
Mi guarda in cagnesco. 
Forse sta provando a uccidermi con la sola forza del pensiero. Forse mi sta leggendo la mente. Forse è andata in stand-by. Comunque sorrido.
Arriccia il naso.
Quasi mi aspetto di veder uscire una nuvoletta di fumo dalle narici.
La nuvoletta non esce.
"Fammi un caffè", ordina.
Subito.


MATT

"Sali".
"E Spike?"
"E' qua, ma si sta lavorando una tipa".
Buono. Chiudo la telefonata, accendo una sigaretta e provo a pettinarmi. L'aria è talmente umida che sembro appena uscita dalla doccia. 'Fanculo.
Citofono.
Quando Matt apre la porta una densa nuvola di fumo ne fuoriesce e le note di My Sharona svegliano più o meno tutto l'isolato. Entro. La piccola cucina è stipata di gente, tra cui: Spike.
Ubriaco come non lo vedevo da mesi.
"E adesso, se volete scusarci, dovete togliervi dai coglioni", dice Matt.
Lo guardo con stupore. Non è certo la gentilezza fatta uomo, ma cacciare così tutte queste persone...
Nessuno protesta e nel giro di dieci minuti siamo soli. Noi, e millemila bottiglie di Tennent's sparpagliate in ogni dove.
"Sei un cafone", dico.
"Ma a fin di bene", e mi attira a sé.
Il suo corpo è caldo e forte, in un attimo mi sciolgo. 
Dalla camera da letto giunge la voce di Jim Morrison che mi avverte che la gente è strana.
Normalmente mi lascerei coinvolgere da una fantasia erotica con Jim, ma Matt mi solleva e mi trasporta a letto e improvvisamente sono senza vestiti.
"Stavolta ti distruggo", sussurra.
"Ma io sono fatta d'acciaio".
Mi metto a pecorina, schiena inarcata, culo in bella vista. Mi afferra per i capelli ed entra con violenza. Gemo.
Mi sculaccia una volta.
Due volte.
Tre.
Tanto forte che domani sarò piena di lividi.
Rido.
"Voglio leccartelo".
"Mettiti in ginocchio". 
Obbedisco.
Una mano sulla nuca, mi costringe a prenderlo tutto in bocca. Una volta. Due.
Tre.
"Hai un cazzo stupendo", dico per la centesima volta.
E' vero.
"Tu sei tutta stupenda", risponde.
Lo facciamo per tre volte, con una sola sigaretta a mo' di pausa. Instancabile, questo Matt.
Poi... Mi addormento. Mai successo prima. In genere nei letti altrui resto sveglia per ore, e ammazzo il tempo chiacchierando - e di fatto rompendo i coglioni a chi ho di fianco, comprensibilmente intento a prendere sonno - o ripercorrendo con la mente i momenti salienti della scopata appena avvenuta.
Invece mi addormento come un sasso, e tra le braccia di Matt.

Suona il citofono.
Suona il citofono.
Ancora.
E ancora.
Mi sveglio di soprassalto, mi districo dall'abbraccio di Matt.
"Chi è?", chiedo stupidamente all'aria.
"Cazzo", risponde lui.
La sua fidanzata.
Mi vesto in fretta e furia. 
"Sali di sopra e aspetta che entri".
Un'immagine della pistola che avrei voluto usare contro la vecchietta al bar mi invade la mente.
Salgo di sopra. La finestra del pianerottolo è aperta. Congelo.
Sento appena la voce incazzata della fidanzata di Matt che gli rinfaccia qualcosa, poi la porta si chiude.
Mi accorgo che non ho fatto pipì, e dentro la mia testa avviene uno scontro: bussare e chiedere di usare il bagno - aka vendicarsi - o comportarmi correttamente e andare al Crash?
Vendicati.
Vattene.
Vendicati.
Vattene.
Inutile ragionare col proprio cervello. Me ne vado.


CRASH

"Dov'è Franz?"
Ho voglia di dare un pungo a qualcuno, e di mangiare un cornetto.
"Credo che sia morto", risponde Andy, il fratello/co-proprietario. 
"E il cadavere dov'è?"
"In cucina".
"Posso andare a punzecchiarlo?"
"Non è un bello spettacolo, te l'assicuro".
"Allora dammi un cornetto".
Che giornata di merda, ragazzi.


giovedì 6 dicembre 2012

Sabato, domenica e quant'altro


HOME SWEET HOME

"E quel ragazzo con cui esci, quel Tyler?"
Fulmino con lo sguardo Sorella che si è lasciata sfuggire questa preziosa informazione. Papà sta tagliando il pane. Ha gli occhi a cuoricino. Se non la smette di guardarmi trasognato si affetterà un dito.
"Tutto bene, grazie. Domani comunque vado a dilapidare lo stipendio con la Rossa... ", e blablabla vari con Sorella per sviare il discorso.
Dieci minuti dopo.
"Ma quindi state insieme?", chiede papà.
Mi giro verso di lui.
"No, papi. Usciamo".
"E cosa significa che uscite?"
Esito, e Fratello interviene: "Che scopano, oh pa'".
Come mandare a puttane una reputazione.


STUPIDIARIO

"E quei segni sul collo?"
Merda.
Quasi stacco il bottone del colletto della camicia per ispezionare approfonditamente lo stato del mio collo. Pieno di segni rossi, comunemente conosciuti come succhiotti. 
Merda.
"Tyler".
"E chi è ora 'sto Tyler?"
La mia collega è rimasta un po' indietro. D'altro canto, lavora con noi solo nei weekend. Le occasioni di aggiornarla sulla mia burrascosa vita sessuale sono piuttosto limitate. Non è che posso mettermi a raccontare di come Matthew mi ha scopata con ferocia l'ultima volta che ci siamo visti davanti ad una coppia figlio-dotata che è qui per godersi una colazione in allegria. Si strozzano col cornetto, questi. Eh.
"Uno... ", rispondo vagamente.
"Quello che ti ha accompagnata stamattina al lavoro?", chiede la Bionda.
Oh, non sfugge niente a queste qua.
"Sì, ho dormito da lui".
L'ho praticamente costretto: pretendeva di riaccompagnarmi alla macchina alle 4 di notte, dopo avermi scopata per quasi tre ore ed in posizioni che non credevo possibili in natura. Allora, semplicemente, mi sono parcheggiata sotto le coperte e lì sono rimasta fino alle 9, punto.
Nella vita ci vuole carattere.
"State insieme?"
Sbuffo.
"Cat, ma non ti ho insegnato niente? Mai fidanzarsi, mai. E' controproducente".
Il bancone ci separa dal cliente che sorseggia una Coca in bottiglia, e stiamo parlando discretamente piano, ma notiamo comunque che ride. Bene. La Vecchia ci osserva con odio. Male.
Carichiamo la lavastoviglie per dare l'impressione che stiamo lavorando.
E comunque ho scopato con Tyler. 
Nel senso: alla fine Tyler ha richiamato. 
Mi ha offerto una birra. 
D'accordo, più di una.
Mi ha offerto un passaggio fino alla macchina. 
Da tassista mancato ha preso una strada che non c'entrava niente e ci siamo trovati inspiegabilmente a casa sua.
Il resto potete immaginarlo da soli.
"Bravo?", chiede la Rossa.
"Bravo".
"Ottimo".
Il cliente se ne è andato. Probabilmente tornerà. Non c'è niente di meglio di tre ragazze che parlano tranquillamente di sesso per generare un habitué, dunque: la Vecchia dovrebbe smettere di lanciarci occhiate assassine e ringraziarci. Entra il sosia bianco di Obama.
"Un caffè per il signor Presidente", sussurro alla Rossa.
Entrano milleottocento bambini seguiti da tre mamme.
Allarme inquinamento acustico.
Allarme incolumità sedie, tavolini, bustine di zucchero e qualunque cosa si possa distruggere presente nel locale.
Allarme esaurimento pazienza.
"Passami il fucile", ordino all'aria.
"Al massimo posso darti la pinza per i cornetti", risponde la Rossa da un punto imprecisato alle mie spalle.
Non sono sicura di poterli uccidere tutti con una pinza, perciò decido di lasciar perdere. Raggiungo la Vecchia.
"A Natale posso mettere il cappello da Babbo Natale?"
"No".
"L'ho già comprato", confido alla Rossa.
"Anch'io", risponde.
Questo è il motivo per cui la amo: condividiamo lo stesso livello di cretinaggine.
Un nugolo di bambini spezzetta chili di tovaglioli e li tira in aria per imitare la neve.
"Passami la pinza", dico alla Rossa.
Entra mia mamma.
Oh cacchio.
I succhiotti.
La questione non è che possa scandalizzarsi barra incavolarsi barra rimanerci male o qualunque cosa provi una madre quando scopre i segni di ciò che la figlia ha fatto la notte precedente.
La questione è che mi ucciderebbe di domande inopportune. Mia mamma è una donna terribilmente curiosa, specialmente quando si tratta di uomini, e, dal momento che in famiglia tendo a mantenere un mutismo tombale su tutto ciò che riguarda ciò che faccio le notti precedenti, lo stato del mio collo equivale ad un autogoal.
"Ciao ma'".
"Ciao figlia. Mi fai un cappuccino mooolto schiumato?"
"Al vetro, no?"
"Certo".
"E con la crema di latte, non schiumato".
"Sì, quella".
"E col cacao", aggiunge la Rossa.
La classica cliente rompiballe. Non le ho insegnato proprio niente.
Eseguo.
Ho preventivamente rialzato il colletto della camicia per nascondere ogni centimetro di pelle, solo che così sembro una deficiente.
Mamma non nota niente. Questo mi dà da pensare.
"Hai un brufolo sul mento", dice a un certo punto.
Mi tocco il mento con sconcerto. Comincio a chiedermi cosa cazzo stava facendo il mio cervello quando mi sono guardata allo specchio questa mattina. 
"Non volevo dirtelo ma è vero: hai un brufolo sul mento", concorda la Rossa.
"Siete proprio delle brutte persone", concludo, e vado a spazzare il pavimento.



CRASH

Franz (proprietario del Crash nonché migliore amico): "Com'è andata la tua settimana?"

Vanessa: "Bene. Mi hanno dato della zoccola una volta sola".

Franz: "In netto miglioramento. E chi è il genio?"

Vane: "Una collega".

Un momento molto alto della mia carriera professionale.
Sono quasi due settimane che non scrivo qui. Il motivo è semplice: un fulmine ha spappolato ogni connessione Internet esistente nella zona in cui abito, dunque ci siamo trovati momentaneamente isolati dal resto del mondo. Solo che, dal momento che vivo in campagna e i miei unici vicini sono una vecchietta che alleva oche ed un rottweiler, capirete che la compagnia telefonica non ha ritenuto necessario designarci come prioritari, di fatto non cagandoci per giorni.
Nel frattempo sono successe un sacco di cose:
Tyler ha richiamato.
Ho dormito con Matt.
Ho ricevuto il primo quarto dello stipendio di Ottobre.
Ho speso il primo quarto dello stipendio di Ottobre.
Me ne sono pentita.
Ho dormito con Tyler.
Ho risposto alla collega che mi ha dato della zoccola che scopare ogni tanto fa bene all'umore.
Ho conosciuto il proprietario di un altro bar, carino. Lui, non il bar.
Si chiama Scott.
Mi ha offerto un lavoro, poi mi ha infilato la lingua in bocca e le mani sotto il maglione. Non necessariamente in quest'ordine.
Ho rifiutato il lavoro.
Ho ricevuto il secondo quarto dello stipendio di Ottobre, e ce l'ho ancora in tasca.
Ho dormito con Matt.
Ho chiesto a Spike di non stressarmi più. La teoria del Franz è che alla fine, gira che ti rigira, si sia preso una cotta. Male, molto male: le cose tra noi andavano a gonfie vele quando non c'era di mezzo il sentimento. Gli voglio un bene dell'anima, ma punto. Non vado più in là. 
E basta.
Essenzialmente sono queste le cose importanti.
Bentornata Vanessa.