venerdì 7 dicembre 2012

STUPIDIARIO

"Disegnerò un cuore con la schiuma sul tuo caffè macchiato", dico.
Lo dico più o meno tutte le volte. 
Il cliente, che è un cliente abituale, sorride e risponde: "Seh".
'Fanculo.
Preparo il caffè. Verso la schiuma. Viene fuori un'immagine informe. 
"E vualà", dico.
Il cliente osserva attentamente la mia opera. Mi guarda.
"Questo al massimo è un fegato", sentenzia.
Mi rifugio dietro al bancone con la morte nel cuore.
"Mi scusi, mi darebbe questo cornetto alla crema?", chiede una vecchietta indicando un cornetto vuoto.
Mi avvicino al vassoio dei cornetti alla crema e faccio per afferrarne uno, quando.
"No no, intendo questi qua", e indica un gruppo di cornetti vuoti.
"Quelli sono vuoti, signora".
"E non puoi riempirne uno?"
"Di crema?"
"Sì... "
...
...
"Ho almeno dieci cornetti alla crema, signora. Sono questi qua".
"Ma hanno lo zucchero a velo sopra".
"Non tutte le ciambelle escono con il buco".
"Non mi piace lo zucchero a velo".
A me non piace il tuo cappello, ma non è che te lo vengo a dire.
Calma, Vanessa.
"Che ne dice di un cornetto alla marmellata?"
"Non vado matta per la marmellata".
"Una veneziana, allora".
"Veramente vorrei un cornetto alla crema, ma siccome c'è lo zucchero a velo credo che prenderò solo un cappuccino".
Ringrazia il cielo che non posso permettermi una pistola.
"Vane? Il mobile vibra!", urla la mia collega dall'altra parte del bar.
Il mobile vibra, ovvero: il tuo cellulare nascosto nel cassetto dentro il mobile è vivo e sta suonando.
Vado.
Ho sette sms da leggere. Porca miseria: cosa succede?
Sms di Tyler: "Stasera?"
Conciso e diretto.
Rifletto: no, stasera niente Tyler.
"Secondo te l'herpes è una scusa accettabile per dare buca?", chiedo a Made, la mia collega.
"Ma tu non hai l'herpes".
"Infatti è una scusa".
"Sa tanto di scusa".
"Quindi no. Potrei dirgli che la Vecchia mi è inciampata addosso e devo ancora riprendermi dallo shock".
"Poco plausibile: non saresti sopravvissuta".
"Ho l'influenza".
"Non l'hai già avuta sabato?"
Merda. 
"Allora ceno da te".
"Basta che non ci provi con mio marito davanti ai bambini".
"Non ti preoccupare, è troppo pelato per i miei gusti".
Scarico Tyler.
Sms di Anthony: "Che fine hai fatto? Mi manca guardare film con te. Baci".
Io e Anthony non abbiamo mai visto un film insieme da quando ci conosciamo, ma stasera non ho voglia nemmeno di lui. Gli rifilo la scusa della cena. 
Sms di mamma: "Numero del mio dermatologo: 347*****54".
Ti odio, ma salvo il numero.
Sms di Matt: "All'80% stasera sono tuo. Ti faccio sapere entro le otto". 
Sguardo all'orologio: sono le otto e tre quarti. Solito Matt.
Però di lui ho voglia, così rispondo: "Ok".
Concisa e diretta.
"VANESSAAA!!!"
Il bar trema. 
"Sì?", rispondo mentre blocco il tintinnio dei bicchieri.
"COSA FAAAI? USI IL CELLULAREEE???"
"Certo che no, Signora. Sto spolverando i bicchieri!"
Mi guarda in cagnesco. 
Forse sta provando a uccidermi con la sola forza del pensiero. Forse mi sta leggendo la mente. Forse è andata in stand-by. Comunque sorrido.
Arriccia il naso.
Quasi mi aspetto di veder uscire una nuvoletta di fumo dalle narici.
La nuvoletta non esce.
"Fammi un caffè", ordina.
Subito.


MATT

"Sali".
"E Spike?"
"E' qua, ma si sta lavorando una tipa".
Buono. Chiudo la telefonata, accendo una sigaretta e provo a pettinarmi. L'aria è talmente umida che sembro appena uscita dalla doccia. 'Fanculo.
Citofono.
Quando Matt apre la porta una densa nuvola di fumo ne fuoriesce e le note di My Sharona svegliano più o meno tutto l'isolato. Entro. La piccola cucina è stipata di gente, tra cui: Spike.
Ubriaco come non lo vedevo da mesi.
"E adesso, se volete scusarci, dovete togliervi dai coglioni", dice Matt.
Lo guardo con stupore. Non è certo la gentilezza fatta uomo, ma cacciare così tutte queste persone...
Nessuno protesta e nel giro di dieci minuti siamo soli. Noi, e millemila bottiglie di Tennent's sparpagliate in ogni dove.
"Sei un cafone", dico.
"Ma a fin di bene", e mi attira a sé.
Il suo corpo è caldo e forte, in un attimo mi sciolgo. 
Dalla camera da letto giunge la voce di Jim Morrison che mi avverte che la gente è strana.
Normalmente mi lascerei coinvolgere da una fantasia erotica con Jim, ma Matt mi solleva e mi trasporta a letto e improvvisamente sono senza vestiti.
"Stavolta ti distruggo", sussurra.
"Ma io sono fatta d'acciaio".
Mi metto a pecorina, schiena inarcata, culo in bella vista. Mi afferra per i capelli ed entra con violenza. Gemo.
Mi sculaccia una volta.
Due volte.
Tre.
Tanto forte che domani sarò piena di lividi.
Rido.
"Voglio leccartelo".
"Mettiti in ginocchio". 
Obbedisco.
Una mano sulla nuca, mi costringe a prenderlo tutto in bocca. Una volta. Due.
Tre.
"Hai un cazzo stupendo", dico per la centesima volta.
E' vero.
"Tu sei tutta stupenda", risponde.
Lo facciamo per tre volte, con una sola sigaretta a mo' di pausa. Instancabile, questo Matt.
Poi... Mi addormento. Mai successo prima. In genere nei letti altrui resto sveglia per ore, e ammazzo il tempo chiacchierando - e di fatto rompendo i coglioni a chi ho di fianco, comprensibilmente intento a prendere sonno - o ripercorrendo con la mente i momenti salienti della scopata appena avvenuta.
Invece mi addormento come un sasso, e tra le braccia di Matt.

Suona il citofono.
Suona il citofono.
Ancora.
E ancora.
Mi sveglio di soprassalto, mi districo dall'abbraccio di Matt.
"Chi è?", chiedo stupidamente all'aria.
"Cazzo", risponde lui.
La sua fidanzata.
Mi vesto in fretta e furia. 
"Sali di sopra e aspetta che entri".
Un'immagine della pistola che avrei voluto usare contro la vecchietta al bar mi invade la mente.
Salgo di sopra. La finestra del pianerottolo è aperta. Congelo.
Sento appena la voce incazzata della fidanzata di Matt che gli rinfaccia qualcosa, poi la porta si chiude.
Mi accorgo che non ho fatto pipì, e dentro la mia testa avviene uno scontro: bussare e chiedere di usare il bagno - aka vendicarsi - o comportarmi correttamente e andare al Crash?
Vendicati.
Vattene.
Vendicati.
Vattene.
Inutile ragionare col proprio cervello. Me ne vado.


CRASH

"Dov'è Franz?"
Ho voglia di dare un pungo a qualcuno, e di mangiare un cornetto.
"Credo che sia morto", risponde Andy, il fratello/co-proprietario. 
"E il cadavere dov'è?"
"In cucina".
"Posso andare a punzecchiarlo?"
"Non è un bello spettacolo, te l'assicuro".
"Allora dammi un cornetto".
Che giornata di merda, ragazzi.


1 commento:

  1. Non sono sicuro che riuscirei a lavorare a contatto con la gente... ho come l'impressione che la pistola possa dopo breve tempo diventar reale ;)
    Sempre vendetta, specialmente se servita e non cercata ;)

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