giovedì 6 dicembre 2012

Sabato, domenica e quant'altro


HOME SWEET HOME

"E quel ragazzo con cui esci, quel Tyler?"
Fulmino con lo sguardo Sorella che si è lasciata sfuggire questa preziosa informazione. Papà sta tagliando il pane. Ha gli occhi a cuoricino. Se non la smette di guardarmi trasognato si affetterà un dito.
"Tutto bene, grazie. Domani comunque vado a dilapidare lo stipendio con la Rossa... ", e blablabla vari con Sorella per sviare il discorso.
Dieci minuti dopo.
"Ma quindi state insieme?", chiede papà.
Mi giro verso di lui.
"No, papi. Usciamo".
"E cosa significa che uscite?"
Esito, e Fratello interviene: "Che scopano, oh pa'".
Come mandare a puttane una reputazione.


STUPIDIARIO

"E quei segni sul collo?"
Merda.
Quasi stacco il bottone del colletto della camicia per ispezionare approfonditamente lo stato del mio collo. Pieno di segni rossi, comunemente conosciuti come succhiotti. 
Merda.
"Tyler".
"E chi è ora 'sto Tyler?"
La mia collega è rimasta un po' indietro. D'altro canto, lavora con noi solo nei weekend. Le occasioni di aggiornarla sulla mia burrascosa vita sessuale sono piuttosto limitate. Non è che posso mettermi a raccontare di come Matthew mi ha scopata con ferocia l'ultima volta che ci siamo visti davanti ad una coppia figlio-dotata che è qui per godersi una colazione in allegria. Si strozzano col cornetto, questi. Eh.
"Uno... ", rispondo vagamente.
"Quello che ti ha accompagnata stamattina al lavoro?", chiede la Bionda.
Oh, non sfugge niente a queste qua.
"Sì, ho dormito da lui".
L'ho praticamente costretto: pretendeva di riaccompagnarmi alla macchina alle 4 di notte, dopo avermi scopata per quasi tre ore ed in posizioni che non credevo possibili in natura. Allora, semplicemente, mi sono parcheggiata sotto le coperte e lì sono rimasta fino alle 9, punto.
Nella vita ci vuole carattere.
"State insieme?"
Sbuffo.
"Cat, ma non ti ho insegnato niente? Mai fidanzarsi, mai. E' controproducente".
Il bancone ci separa dal cliente che sorseggia una Coca in bottiglia, e stiamo parlando discretamente piano, ma notiamo comunque che ride. Bene. La Vecchia ci osserva con odio. Male.
Carichiamo la lavastoviglie per dare l'impressione che stiamo lavorando.
E comunque ho scopato con Tyler. 
Nel senso: alla fine Tyler ha richiamato. 
Mi ha offerto una birra. 
D'accordo, più di una.
Mi ha offerto un passaggio fino alla macchina. 
Da tassista mancato ha preso una strada che non c'entrava niente e ci siamo trovati inspiegabilmente a casa sua.
Il resto potete immaginarlo da soli.
"Bravo?", chiede la Rossa.
"Bravo".
"Ottimo".
Il cliente se ne è andato. Probabilmente tornerà. Non c'è niente di meglio di tre ragazze che parlano tranquillamente di sesso per generare un habitué, dunque: la Vecchia dovrebbe smettere di lanciarci occhiate assassine e ringraziarci. Entra il sosia bianco di Obama.
"Un caffè per il signor Presidente", sussurro alla Rossa.
Entrano milleottocento bambini seguiti da tre mamme.
Allarme inquinamento acustico.
Allarme incolumità sedie, tavolini, bustine di zucchero e qualunque cosa si possa distruggere presente nel locale.
Allarme esaurimento pazienza.
"Passami il fucile", ordino all'aria.
"Al massimo posso darti la pinza per i cornetti", risponde la Rossa da un punto imprecisato alle mie spalle.
Non sono sicura di poterli uccidere tutti con una pinza, perciò decido di lasciar perdere. Raggiungo la Vecchia.
"A Natale posso mettere il cappello da Babbo Natale?"
"No".
"L'ho già comprato", confido alla Rossa.
"Anch'io", risponde.
Questo è il motivo per cui la amo: condividiamo lo stesso livello di cretinaggine.
Un nugolo di bambini spezzetta chili di tovaglioli e li tira in aria per imitare la neve.
"Passami la pinza", dico alla Rossa.
Entra mia mamma.
Oh cacchio.
I succhiotti.
La questione non è che possa scandalizzarsi barra incavolarsi barra rimanerci male o qualunque cosa provi una madre quando scopre i segni di ciò che la figlia ha fatto la notte precedente.
La questione è che mi ucciderebbe di domande inopportune. Mia mamma è una donna terribilmente curiosa, specialmente quando si tratta di uomini, e, dal momento che in famiglia tendo a mantenere un mutismo tombale su tutto ciò che riguarda ciò che faccio le notti precedenti, lo stato del mio collo equivale ad un autogoal.
"Ciao ma'".
"Ciao figlia. Mi fai un cappuccino mooolto schiumato?"
"Al vetro, no?"
"Certo".
"E con la crema di latte, non schiumato".
"Sì, quella".
"E col cacao", aggiunge la Rossa.
La classica cliente rompiballe. Non le ho insegnato proprio niente.
Eseguo.
Ho preventivamente rialzato il colletto della camicia per nascondere ogni centimetro di pelle, solo che così sembro una deficiente.
Mamma non nota niente. Questo mi dà da pensare.
"Hai un brufolo sul mento", dice a un certo punto.
Mi tocco il mento con sconcerto. Comincio a chiedermi cosa cazzo stava facendo il mio cervello quando mi sono guardata allo specchio questa mattina. 
"Non volevo dirtelo ma è vero: hai un brufolo sul mento", concorda la Rossa.
"Siete proprio delle brutte persone", concludo, e vado a spazzare il pavimento.



CRASH

Franz (proprietario del Crash nonché migliore amico): "Com'è andata la tua settimana?"

Vanessa: "Bene. Mi hanno dato della zoccola una volta sola".

Franz: "In netto miglioramento. E chi è il genio?"

Vane: "Una collega".

Un momento molto alto della mia carriera professionale.
Sono quasi due settimane che non scrivo qui. Il motivo è semplice: un fulmine ha spappolato ogni connessione Internet esistente nella zona in cui abito, dunque ci siamo trovati momentaneamente isolati dal resto del mondo. Solo che, dal momento che vivo in campagna e i miei unici vicini sono una vecchietta che alleva oche ed un rottweiler, capirete che la compagnia telefonica non ha ritenuto necessario designarci come prioritari, di fatto non cagandoci per giorni.
Nel frattempo sono successe un sacco di cose:
Tyler ha richiamato.
Ho dormito con Matt.
Ho ricevuto il primo quarto dello stipendio di Ottobre.
Ho speso il primo quarto dello stipendio di Ottobre.
Me ne sono pentita.
Ho dormito con Tyler.
Ho risposto alla collega che mi ha dato della zoccola che scopare ogni tanto fa bene all'umore.
Ho conosciuto il proprietario di un altro bar, carino. Lui, non il bar.
Si chiama Scott.
Mi ha offerto un lavoro, poi mi ha infilato la lingua in bocca e le mani sotto il maglione. Non necessariamente in quest'ordine.
Ho rifiutato il lavoro.
Ho ricevuto il secondo quarto dello stipendio di Ottobre, e ce l'ho ancora in tasca.
Ho dormito con Matt.
Ho chiesto a Spike di non stressarmi più. La teoria del Franz è che alla fine, gira che ti rigira, si sia preso una cotta. Male, molto male: le cose tra noi andavano a gonfie vele quando non c'era di mezzo il sentimento. Gli voglio un bene dell'anima, ma punto. Non vado più in là. 
E basta.
Essenzialmente sono queste le cose importanti.
Bentornata Vanessa.







2 commenti:

  1. Però dev'essere divertente essere te...
    :)

    RispondiElimina
  2. A parte quando ho scoperto di avere quel dannato brufolo sul mento. Il resto del tempo diciamo che non mi posso lamentare XD

    RispondiElimina

Oh sì, commentami tutta!