venerdì 23 novembre 2012

Giovedì / Venerdì

CLANDESTINI





"Ciao", dice.
"Ciao", dico.
Rapida occhiata alle due ragazze che lo circondano, una a destra e una a sinistra. Domanda: qual è la sua fidanzata?
"Dove vai?", chiede.
"Vado", rispondo. 
"Ah bene... Buona serata!"
Ci separiamo, e: la mia direzione è casa sua, la sua direzione è ignota. Da dove diavolo spuntano quelle?!
Mi parcheggio in un vicoletto e accendo una sigaretta, perplessa. Forse la fidanzata gli ha fatto una sorpresa. Forse la mia mezz'ora di ritardo l'ha innervosito, e questa è una specie di vendetta. Forse...
"Ciao", dice.
"Ciao", dico.
Mi sorride.
"Ero uscito per venirti incontro, quelle sono le mie vicine di casa. Andiamo?"
Sì. 
Andiamo.

SESSO





In realtà tutto parte da una sigaretta: seduti in cucina uno di fronte all'altra, chiacchieriamo e ridiamo di Spike e del Crash. Dal momento che Matthew abita a tre metri dal bar, ho dovuto parcheggiare in culo al mondo e farmi almeno due chilometri a piedi, su tacchi proibitivi, per arrivare sin qui senza esser vista.
Glielo rinfaccio.
Mi offre un drink.
Bevo il drink.
"Spogliati", dice d'un tratto.

La sua lingua percorre le mie piccole labbra mentre gli succhio il cazzo con lentezza. 
Sa di sapone e dei miei umori. 
Mi piace.
D'improvviso mi solleva.
"Vieni sopra".
Obbedisco.
Accompagna il mio movimento tenendomi per i fianchi, e stringe, stringe, stringe fino a farmi male, e intanto gemo e mi lascio trafiggere dal suo grosso, bellissimo cazzo. 
L'orgasmo è quasi simultaneo. Mi accascio su di lui, sudata e soddisfatta, e sorrido.

Sigaretta in cucina, completamente nudi. Sorseggiamo nuovi drink e parliamo delle nostre esperienza.
"L'hai mai fatto con due uomini?"
"Sì, un paio di volte. Recentemente. Una fantasia che non sono ancora riuscita a soddisfare è scopare con una donna. Sono curiosa".
"Non ho mai parlato così liberamente di sesso con una ragazza".
"Il sesso è meraviglioso, trovo stupido censurarsi".

"Più forte", dico. "Lasciami il segno".
Mi sculaccia con violenza: domani avrò lividi su tutto il culo.
Piegata a pecorina, osservo allo specchio il riflesso di Matthew che entra ed esce, entra ed esce, entra ed esce da me. Guardare mi eccita sempre tantissimo.
Il mio personale, autobiografico, istantaneo porno in 3D.
Matthew mi sculaccia.
Osservo il suo corpo snello, muscoloso, perfetto. Ad ogni affondo gli si tendono gli addominali. Grosse vene sporgono dalle sue lunghe braccia. I nostri sguardi si incrociano.
Matthew mi sculaccia.
"Vienimi in faccia", dico ad un certo punto.
Mi volta, mi inginocchio di fronte a lui. Ci guardiamo negli occhi mentre glielo prendo in bocca.
Mi piace la sensazione dello sperma sulla pelle.
Mi piace, quando scopo con qualcuno e non ho la possibilità di fare la doccia, portare in giro il marchio invisibile della sborra sul mio corpo. Coccolo segretamente la consapevolezza della sua presenza: asciugato, sì, ma sempre lì. 
Mi piace conservarne il retrogusto il più a lungo possibile, quando lo ingoio. 
Matt mi scosta e un getto di sostanza salmastra mi colpisce una guancia. Chiudo gli occhi, sorrido. 
Mi lecco le labbra per sentirne il sapore: amaro. 
"Oggi sei amaro", dico.
Mi sorride di rimando.

Una volta, anni fa, condussi un esperimento con il mio ragazzo di allora. 
L'esperimento riguardava il sapore dello sperma, e l'intento era quello di dimostrare praticamente senza ombra di dubbio che sì, dipende anche dalla propria dieta.
Così, dopo esserci sommariamente documentati, abbiamo fissato un limite di tempo (una settimana) e un alimento (la banana) di cui il mio ragazzo avrebbe dovuto abusare, tutto per amore della scienza.
Ogni sera gli facevo un pompino.
Ogni sera inghiottivo il suo sperma.
Domenica sembrava leggermente più dolce.
Avevamo raggiunto il nostro scopo.
Poco dopo ci lasciammo.
Un amore sacrificato alla scienza.

Matthew è instancabile, io comincio a sentire la stanchezza. Sono pur sempre sveglia dalle 4.30 del mattino, io. 
Lo facciamo altre due volte, l'ultima delle quali mi ritrovo letteralmente a supplicare una pausa. 
"Sono vecchia", dico.
"Domani è un altro giorno", dice.
Ci addormentiamo guardando un film, non ricordo nemmeno quale. Abbracciati. Carezzandoci a vicenda.
Non sono mai stata così dolce in vita mia.


APPUNTI




Portarsi sempre in borsa uno spazzolino da denti.
Ho preso l'abitudine di girare con un paio di mutandine di ricambio nascoste in una tasca. Spesso mi capita di non tornare a casa per giorni e giorni, e in genere preparo uno zaino con il necessaire per sopravvivere. Ma non posso trascinarmelo sempre dietro, perciò.
Domani ne compro uno apposta.










4 commenti:

  1. quella dell'esperimento alla banana mi mancava, cercherò una volontaria per ripeterne l'esito ;)

    (scritto come sempre splendidamente)

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  2. Ahah ottimo, ma non dimenticarti che mangiare troppe banane crea, uhm... be', te lo dico: un blocco intestinale.
    Te lo dico per esperienza (di quel mio ragazzo).
    Le comiche!

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  3. .... spazzolino e mutandine, previdente ;)

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