mercoledì 21 novembre 2012

Lunedì / Martedì

SESSO



"E' ora che tagli i capelli", dico a Spike.
Stesi a letto, ancora perfettamente vestiti, ci stiamo smezzando una sigaretta. La notte è giovane.
"Perché, cos'hanno che non va?"
"Sembra che hai un panettone in testa".
Attacco di risa convulse, Spike mi guarda con aria offesa.
"Vattene" dice.
"Se varcassi quella soglia mi inseguiresti fino alla macchina".
"No no, dico sul serio, vattene".
Spegne la sigaretta e parcheggia il posacenere per terra. Mi metto a cavalcioni su di lui.
"E se faccio così?"
Comincio a slacciargli i jeans.
"No", risponde imbronciato.
"E se faccio così?"
Sfilo pantaloni e boxer e li butto da una parte.
"No, nemmeno".
"E così?"
Percorro l'asta rigida con la lingua e bacio la cappella con affetto. Conosco questo cazzo fino all'ultima minuscola venuzza, e devo proprio dire che è un bel cazzo.
"Hai proprio un bel cazzo", informo il proprietario.
"D'accordo", risponde, "Puoi restare".


CRASH



"Quanto è sexy, mamma mia... "
Solito bar, caffè e sigaretta post-scopata con Spike. Segue il mio sguardo fino a vedere di chi sto parlando: Matthew il romano, una meraviglia della natura che studia medicina e frequenta saltuariamente il Crash.
"No", dice Spike.
"No cosa?"
L'unica volta che io e Matt ci siamo rivolti la parola eravamo entrambi piuttosto ubriachi, e ho un vago ricordo di una confusa discussione sulle gioie del fisting. Ha anche detto che sono una bella sorca, e questo me lo ricordo bene.
"Scordatelo".
"Perché?"
Ancora questa stupida gelosia?
"Esce con la mia migliore amica".
"E quindi?"
Mi guarda con serietà.
"Per una volta, prova a ragionare come una persona dotata di coscienza".
Una frase terribilmente complessa, per i parametri di Spike. Deve tenerci davvero.
"Ok".


LAVORO



La Rossa sta preparando quattro spremute d'arancia.
Ovviamente cinque minuti fa circa ha pulito lo spremiagrumi, perciò ce lo aspettavamo. E' una legge naturale che accomuna tutti i bar: lavi lo spremiagrumi e chiedono una spremuta. Pulisci la macchina del caffè e chiedono un caffè. Pensi a quanto ti piace questo lavoro ed entra la Vecchia.
"Ho un quesito", dico.
"Io l'istinto omicida a palla, ma dimmi pure".
Si lamenta, lei. Sono reduce dalla preparazione di cinque diverse cioccolate calde, e lei si lamenta.
"Andare a letto con il fidanzato della migliore amica del mio trombamico di fiducia è immorale?"
Mi guarda.
La guardo.
Ci guardiamo.
"Da quando ti preoccupi di questioni morali?", mi chiede.
"Non è che mi preoccupo, è solo per sapere".
"E questo tizio com'è?"
"Hai presente il fisico di Brad Pitt in The snatch? Solo, con meno tatuaggi".
Breve sguardo d'intesa.
"Allora no", conclude. "Non è affatto immorale".


THE SNATCH



Non so come succede, fatto sta che stringo un microfono in mano e canto a squarciagola accanto a Matthew. Siamo in un locale che non ho mai frequentato prima. Fa un caldo boia. Matthew è in maglietta. Potrei svenire.
La canzone è Imagine e non ho idea di chi l'abbia scelta. L'importante è partecipare.
Spike non c'è (il buttafuori del locale l'ha giudicato non idoneo - leggasi: ubriachezza molesta - e l'ha allontanato senza troppi complimenti), così ne approfitto per strusciarmi contro il corpo statuario di Matt. 
Un'oretta fa, mentre ero sotto la doccia e meditavo sul da farsi per la serata, ho deciso di comportarmi da persona per bene. Per fugare ogni dubbio, e un po' anche per pigrizia, ho abbandonato l'intento di farmi la ceretta inguinale (leggera ricrescita, ma sono piuttosto ossessionata dall'argomento e generalmente preferisco inventare scuse rocambolesche e anche abbastanza umilianti piuttosto che lasciare che qualcuno sfiori - con le mani o con la lingua - i miei neonati peletti). 
Ballo addosso a Matthew.
Matthew mi palpa il culo con una certa forza.
Ballo addosso a Matthew.
Con la coscia avverto la sua erezione.
Ogni buon proposito se ne va allegramente a puttane, e mezz'ora dopo ho la sua lingua in bocca e le sue mani sotto il maglione - castissimo abbigliamento.
Alla tua salute, Spike.
Mi ritrovo a casa di Matthew assieme a due amici completamente fatti d'erba. La musica è altissima, essenzialmente roba dei Doors (Jim, oh Jim), e balliamo scompagnati e ridiamo come matti. Pensare che non ho nemmeno bevuto. 
Sono le 4 quando Matt propone la pasta e si mette ai fornelli. 
Mi siedo tra Jack e Daniel - mai soprannomi furono più adatti, e viaggiano pure sempre in coppia - e ascolto i loro discorsi astrusi, lanciando di tanto in tanto occhiate lussuriose alla schiena larga di Matt.
"Ti saluta il greco grasso".
"Chi?"
"Il greco grasso!"
"E chi è?"
"Il greco grasso!!! "
"Ma quanto è grasso?"
Seguono goffi e barcollanti tentativi di imitare una stazza notevole. 
"Ha un neo sulla guancia".
"Quale guancia?"
"Ma che ne so io, quale guancia!".
Mi accosto a Matt e lo osservo cucinare. Gli sorrido. Mi sorride.
Ci sorridiamo.
"Sono bagnata", dico.
"Mangiamo la pasta e caccio questi due", risponde.

Sono le 5 e ho il cazzo di Matt nel culo. Nudo è uno spettacolo mozzafiato, e ha delle mani enormi. 
Jack e Daniel sono ancora in casa, precisamente in salotto, e probabilmente stanno sentendo tutto. Il fatto è che abbiamo giudicato inadatte le loro condizioni ad un incolume rientro alle rispettive case, dunque li abbiamo abbandonati di là e punto.
Matt mi stritola i fianchi.
Gemo.
Mi viene dentro.

Sono le 6 e ho il cazzo di Matt in bocca. 
"Quanto cazzo sei bella", dice. 
Mi viene in faccia. 

Sono le 7 e stavolta sto sopra. 
Ho tutto il suo cazzo dentro, e saltuariamente un suo dito nel culo. 
Sudore contro sudore, fa terribilmente caldo.
Il ritmo è lento, ci baciamo spesso e la cosa mi stupisce: in genere non amo molto baciare. 
Sorrido e pronuncio il suo nome tra un sospiro e l'altro: piace sempre a tutti. Infatti mi stringe più forte i fianchi e mi gira, sta lui sopra adesso, il suo bellissimo corpo è a completo contatto con il mio e mi sento piccolissima, piccola e vulnerabile. Sensazioni inedite, dolci, anche un po' spaventose.
Ora mi lecca, lingua contro clitoride, e quando vengo mi stringe una mano nella sua. Poi torna su, è di nuovo dentro, abbandona la dolcezza e mi scopa con ferocia. 
Mi viene dentro, poi crolliamo esausti e nudi l'uno accanto all'altra.
Jack e Daniel non danno segni di vita.
Il sole fa capolino dalla finestra.
Sguardo all'orologio: sono le 8.30 del mattino e tra meno di quattro ore devo andare al lavoro.
Metto la sveglia.
Mi avvinghio a Matt.
"Non deve saperlo nessuno", gli dico.
"So di Spike. Mi ha chiesto di non scoparti", risponde.
Dovrei ucciderlo, quell'impiccione. 
"Grazie per essertene fregato, allora".
"Scherzi? E' stato fantastico".
Vero.
Mi addormento così: guancia sul suo bicipite e mano nella mano. Tutto molto romantico. La stranezza è che, nonostante io combatta ogni notte una guerra silenziosa contro cuscini e lenzuola, due ore dopo mi risveglio nella stessa identica posizione e, anzi, siamo ancora più appiccicati di prima. Il freddo, indubbiamente.
Lui continua a dormire, perciò mi districo dal suo abbraccio, mi rivesto in silenzio, mi accerto che Jack e Daniel respirino ancora (sembrano due cadaveri, stretti e miseri nel divano del salotto) e me ne vado.
A presto, Matt.







1 commento:

  1. f a v o l o s o e t r e m e d a me n t e e c c i t a n t e . . .

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