domenica 11 novembre 2012

Venerdì / Sabato

ROCK



Franz e il Lupo suonano, stasera, perciò sono in tenuta da concerto: indosso roba talmente attillata che respiro a fatica, ma mi sento figa e continuo a ripetere tra me e me che chi bella vuole apparire deve soffrire.
E poi, a breve dovrebbe arrivare Tyler. E' la prima volta che usciamo.
Tyler.
Tyler fa pugilato e guida una Harley.
Non sono mai riuscita a contargli tutti i tatuaggi.
Tyler è moro e alto e virile e mioddio ha due bicipiti che...
Tyler mi appare accanto, d'improvviso, e mi becca con la tipica aria da ebete di chi si sta vivendo un film porno mentale in tempo reale. Alla faccia della figaggine e tutte quelle cagate sulla sofferenza.
Mi do un contegno e lo saluto con moderato entusiasmo: sono pur sempre alla terza birra, io.
E l'alcol lo reggo da schifo.
Già prevedo che tra un paio di sorsi comincerò a ridere per qualunque stronzata.
Il Lupo canta a squarciagola e mi guarda fisso. Male: è l'ex della mia migliore amica, un territorio assolutamente off limits. Non sono dotata di gran coscienza ma decido di trattenermi, e poi c'è Tyler.
Tyler che mi offre un'altra birra, e al bancone del bar incontro la Rossa - la mia collega del cuore - che sorseggia il vodka lemon numero non lo so, ma sicuramente vergognoso. Ci salutiamo enfaticamente, come se non fossimo venute qua insieme. Segue uno scambio di battute di cui non ricordo nulla.
Sigaretta fuori con Tyler: sono alla quinta birra e barcollo un po', ovvero rischio la morte (tacco 12, pure scomodi, perché chi bella vuol apparire e bla bla bla).
Ridiamo.
Lo informo che mi scappano almeno 10 litri di pipì - un flirt impeccabile, Vanessa. 
Nel frattempo Franz e il Lupo hanno lasciato il palco a un altro gruppo che, secondo il mio modesto parere, fa proprio cagare. Tyler è d'accordo con me, perciò abbandono la Rossa al suo destino e me la svigno con lui.

No, non abbiamo scopato.
Abbiamo fatto un giro in macchina e ci siamo baciati castamente, per poi darci la buonanotte e prometterci di sentirci il giorno dopo. Incredibile, ma vero.


LAVORO



"Cazzo, sei una mummia", è la prima cosa che dico alla Rossa.
Sono le 5.40 e, da quello che mi racconta, è rientrata dal concerto alle due.
Be', io alle 4.
Sarà una giornata lunghissima.
"Mi porterebbe il caffè fuori, se non è un problema?"
"Signore... Ma piove", risponde la Rossa.
I tavolini sono tutti bagnati e abbiamo ammainato il tendone del bar causa forti venti. In pratica, non c'è uno straccio di riparo.
"Ah, non si preoccupi. Mi piace la pioggia!"
Se lo dice lei.
La Rossa ritorna e io attacco a parlare di Tyler.
"L'ho palpato un po', secondo me ce l'ha bello grosso", dico.
"E com'è che non avete, uhm... approfondito?"
Bella domanda. Forse mi sto rammollendo.
Comunque mi è venuto il raffreddore, e mentre tento di stappare una bottiglietta di Coca Cola starnutisco con disastrose conseguenze: l'intruglio marrone conquista il bancone.
La Vecchia mi osserva con occhio torvo da un angolo, facendomi sentire vagamente sotto accusa. Signora, vorrei spiegarle, chi bella vuol apparire... sì, insomma, non potevo mettermi un maglione di lana, ieri sera, invece mi limito a mandarla a cagare mentalmente e riprendo a meditare sulle misure del pugile.
"Un bombolone", dice la cliente.
Acchiappo il bombolone.
"Mi potrebbe togliere la crema?"
"Non le conviene prendere la ciambella?"
"Sa, non ci avevo mai pensato!"
Il cervello non sta lì solo per riempire il cranio, sa?
"Ma quindi vi siete solo baciati?", chiede di punto in bianco la Rossa.
"Sì. Forse è la prima volta in vita mia che non scopo con qualcuno al primo appuntamento".
"Significherà pur qualcosa", conclude lei.
Nel frattempo preparo un caffè al vetro con un cubetto di ghiaccio - porcheria! - e lo servo al pazzo che l'ha richiesto.
Entra il sosia di Obama. 
Non ha l'aria molto riposata.
"Non dev'essere facile, fare il Presidente", dice la Rossa.
Annuisco.
Gli chiedo cosa desidera con particolare gentilezza, per fargli capire che sono dalla sua parte e sostengo la sua linea di governo. Non sembra notare alcuna differenza, perciò dopo dieci secondi smetto di fare l'idiota e assumo un'aria più professionale. Solo che non mi riesce tanto bene, dal momento che la Vecchia mi dice:
"Sembra che ti è passato sopra un camion".
Gentilissima.
Per fortuna sono le due, tra mezz'ora finisce il turno e poi sarò libera di stravaccarmi sul divano e dormire come un'anziana.
Entra un cliente.
"Buongiorno", saluto.
"Buonasera", saluta la Rossa.
Ci guardiamo.
"Dobbiamo organizzarci", dichiaro, e mi trascino stancamente alla macchina del caffè.
Mezz'ora.
Resisti un'altra mezz'ora.


SFIGA



Buco una gomma. 
Parcheggio di fortuna.
Piove a dirotto.
"Merda", dico al volante.
Non so cambiare le ruote, ovviamente.
Allora adotto un metodo infallibile: doppie frecce, apro il cofano e mi piazzo accanto alla macchina con l'aria smarrita di una cerbiattina in difficoltà. Tempo due minuti e due ragazzi si fermano, prodighi di buone maniere e mani forti.
Essere donna è proprio una gran figata.


SESSO



E infatti Tyler ha un gran bel cazzo, ho indovinato.
Lo succhio con passione mentre lui fuma una sigaretta e sussurra: "Sono un vizioso".
Siamo a casa sua, lui seduto sul divano ed io inginocchiata per terra, semi nuda. Ho addosso solo i pantaloni, e perché? Perché mi sono tornate, che razza di sfiga.
"Cazzo, Vane", dice.
"Sei la regina dei pompini".
Mi galvanizzo. 
Con una mano massaggio le palle mentre con l'altra accompagno il movimento della bocca.
La verità è che l'unico segreto per fare un signor pompino è amare il cazzo, godere insieme a lui, studiarne ogni minimo particolare con labbra e lingua. Venerarlo. E io in questo momento lo venero, lo adoro con ogni singola particella del mio corpo, lo riverisco come la migliore delle schiave.
Mi fa sentire un po' così, Tyler, un po' sottomessa, con quei muscoli possenti e la sicurezza di uno che ha alle spalle dieci anni di esperienza più di me. Una bella sensazione.
Mi viene in bocca.
Ingoio.
Bevo un po' d'acqua e ce ne stiamo così, accoccolati sul divano a parlare per un paio d'ore.
Mi sento in pace con me stessa, poi mi scopro a fantasticare su come sarà dormire qui quando mi inviterà a dormire qui. Se.
Questo è molto strano: dovrò consultarmi con la Rossa su cosa possa mai significare quest'eccesso di zucchero nei miei pensieri. Vuoi vedere che...
Chissà.


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