martedì 13 novembre 2012

Lunedì

PORNO



Suona la sveglia.
Grugnisco e la rimando di cinque minuti.

Suona la sveglia.
Mi rigiro e la rimando di cinque minuti.

Suona la sveglia.
Impreco sottovoce e... "VANESSA, SPEGNI QUELLA CAZZO DI SVEGLIA!!!" urla mio fratello dalla stanza accanto.
Forse, al suo posto avrei fatto lo stesso.
Spengo la sveglia ma resto immobile: una voce nella mia testa cinguetta nonc'hovoglianonc'hovoglianonc'hovogliaooohcheppalle e allora non mi muovo. L'ultima volta che ho obbedito alla voce (domenica mattina) mi sono riaddormentata e sono arrivata un'ora in ritardo al lavoro, ma adesso non ha importanza: stanotte ho sognato Matt.
La risposta pugliese a Chris Evans. Il sogno erotico di tutte le donne del villaggio dove ho passato le mie vacanze estive nel 2011 e nel 2012.
Questo, l'inizio della mia storia con Matt: lo noto, gli sorrido, dico di sì quando mi invita a visitare la sua roulotte. 
Dopo quella sera mi ci sono praticamente trasferita, nella sua roulotte, e stessa cosa quest'anno.
E stanotte l'ho sognato.
E di preciso ho sognato questo:

schiacciata tra le piastrelle della doccia e il corpo di Matt,
gemo a mezza voce nella speranza che qualcuno, là fuori,
ci senta.
Esibizionista persino nei sogni, Vanessa.
Matt mi tiene sollevata, è forte, è maschio e
mi scopa con ferocia, tanto forte che gli pianto le unghie sulla schiena.
Non me ne accorgo.
Non se ne accorge, o forse sì: mi lascia andare e
mi volta e
inarco la schiena per regalargli la miglior visuale del mio culo:
mi sculaccia, forte, resterà sicuramente il segno,
poi s'inumidisce un dito e con delicatezza entra nel mio antro più segreto.
Gemo.
S'inginocchia e mi lecca a lungo.
Sono rilassata.
Si sputa sul cazzo e piano piano, con insolita gentilezza,
è dentro.
Dolore, dolore, dolore e poi
piacere, piacere, piacere violento che
si trasforma in brividi che
si trasformano in ondate che
mi fanno perdere la ragione e mi tiene per i fianchi, mi sbatte contro di sé,
l'orgasmo mi conquista potente ed è lui a sorreggermi altrimenti cado in ginocchio.
Allora mi volta di nuovo, e
mi tira giù e
mi viene in faccia.
Sorrido e apro la bocca: lo assaggio, è buono.
Lo guardo negli occhi mentre
con le dita mi spalmo un po' di sborra su una guancia e le labbra.
Alla fine ridiamo, mezzo villaggio ci ha sicuramente sentiti.
E, soprattutto, non ho i fazzoletti...

Non ricordo più nulla, se non un bassotto che abbaia come un matto a un albero. Un altro sogno, indubbiamente.
Ebbene, Matt.
Storia vera? Quasi: quella volta non mi è venuto in faccia ma nel culo.
Dettagli.
E intanto la mia mano si è intrufolata sotto i pantaloni del pigiama e si fa largo tra le grandi labbra. Sospiro di piacere.
Voglia, voglia di Matt... 


LAVORO



"Un Crodino".
"Ghiaccio e arancia?"
"No no, un Crodino".
"... "
Lo prendo come un no.
Preparo un Crodino senza ghiaccio e arancia e glielo porto.
"Scusi, mi ci metterebbe un po' di ghiaccio?"
Ho un vaffanculo in punta di lingua, ma mi trattengo per amore del mio posto di lavoro. La Vecchia è in agguato da qualche parte, perciò torno sui miei passi e sbatto quattro stupidi cubetti nello stupido bicchiere, sincerandomi di versare quante più gocce possibili.
"Ti vedo nervosa", dice la Rossa.
Sono nervosa.
"Tyler non ha ancora chiamato".
"Devi dare tempo al tempo, e soprattutto non chiamarlo tu".
Ha ragione: le regole del gioco prevedono che io me ne stia dietro questo bancone a contare i minuti e lanciare occhiate di soppiatto al cellulare nascosto in un cassetto. Aspettare Tyler. Aspettare Tyler. 
Forse la serata non è andata poi così bene.
Forse si è annoiato.
Forse regina dei pompini è un complimento che fa a tutte. 
Poi la parte intelligente del mio cervello torna in vita, e comincio a ragionare.
Io sono generalmente poco paranoica. Anzi: sono io che, generalmente, faccio aspettare. Questo rovesciamento di ruoli mi rende deficiente. 
Comunque piove, e a me la pioggia fa venire il malumore. Ho un'idea.
"Perché non apre un bar ai Caraibi, Signora? Potremmo gestirlo io e La Rossa", propongo alla Vecchia.
"Vai a sparecchiare quei tavoli". 
Stronza: quei tavoli ospitano i residuati bellici di un aperitivo di mamme con mocciosi al seguito. 
"Dovrò usare la fiamma ossidrica", mi lamento con la Rossa.
"Di là c'è l'acido per sturare il cesso, se ti interessa".
"Comunque", riprendo a parlare come se non avessi appena raschiato un'ex crostatina alla marmellata da una sedia e asciugato almeno un litro di Coca Cola appiccicaticcia sul pavimento, "sai come si capisce immediatamente il livello di esperienza di un uomo?"
"Esperienza a letto?"
"Eh".
"No".
La Vecchia guarda dalla nostra parte. Abbasso la voce.
"Dal tempo che ci mette a slacciarti il reggiseno. La misura va da chi ci riesce appena lo tocca a chi non ci riesce proprio, e allora devi farlo tu. A quel punto sai di avere a che fare con una vera schiappa".
La Vecchia si avvicina.
"E' matematica, ragazza", concludo.
La Vecchia è a un metro scarso.
"E quindi", riprendo a voce esageratamente alta, "la macinatura del caffè così è im-pec-ca-bi-le!"
La Vecchia ci guarda torva, e se ne va.


SESSO



Niente.
Dovrò accontentarmi del sogno su Matt, stasera. 
Mangio un biscotto.





3 commenti:

  1. Di norma faccio fatica a leggere post lunghi (ma li leggo ugualmente).... però hai un modo di scrivere e raccontare molto leggero e quindi ti si legge con piacere :)
    Intrigante il "porno", divertente il "lavoro" ;)

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  2. Grazie caro, mi fa molto piacere :)
    Prima di voler fare la barista volevo fare la scrittrice, dunque sono contenta.
    Yeah!

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Oh sì, commentami tutta!